Colonnello Dominik Knill, presidente SSU. ASMZ-edizione 11-2021
Le museruole nella formazione delle opinioni sono un male per la nostra cultura del dibattito. La libertà di espressione è un diritto fondamentale che spetta a tutti. La Costituzione federale svizzera statuisce che “ogni persona abbia il diritto di formare liberamente la propria opinione e di esprimerla e di diffonderla senza limiti » .
Questo vale anche per il caporedattore del principale giornale militare (ASMZ), che si è espresso criticamente a proposito dell’acquisto del nuovo caccia F-35. Come è usuale per un editoriale, questo contiene nel caso concreto anche l’opinione personale del caporedattore, che non deve necessariamente essere condivisa da tutti. Ma di che cosa si tratta effettivamente con la polemica del Blick circa la « bibbia militare » ?
Le affermazioni differenziate del capo-redattore nel suo editoriale, non erano né confidenziali, né destinate ad una cerchia ristretta di leaders.
Al contrario, articoli selezionati dell’ASMZ sono messi a disposizione dei lettori interessati gratuitamente, anche senza un abbonamento.
La questione è piuttosto una questione di tempo. Perché noi ufficiali veniamo confrontati con l’accusa forfettaria di “un fuoco amico” due mesi dopo la pubblicazione del numero di agosto? I promotori, che sono contrari all’acquisto del nuovo caccia F-35, hanno semplicemente trascurato l’articolo o stavano dormendo e sono stati bruscamente svegliati nella corsa frenetica per raccogliere le firme? Hanno finito gli argomenti credibili? Tuttavia, se l’azione fosse stata pianificata in questo modo, si dovrebbe concedere agli oppositori che anche loro stiano operando con delle decisioni riservate.
Ciononostante, l’attacco alla lealtà nell’ufficialità non porta a nulla. L’intenzione è trasparente e pasticciona. Due ufficiali, il caporedattore dell’ASMZ ed un ex-CdA, hanno entrambi espresso pubblicamente le loro opinioni personali.
Accusare a questo punto l’intero corpo degli ufficiali di aver pugnalato alle spalle il capo del DDPS, la ferma consigliera federale Viola Amherd, è goffo e distrae dall’argomentazione obiettiva sull’acquisto dell’F-35. Corrisponde ad un’antica saggezza, che nella comunicazione il messaggio venga sviluppato dalla/dal destinataria/o.
È certamente spiacevole ed irritante che tali dichiarazioni vengano inevitabilmente associate alla « debacle » del Gripen. Allora, sostenitori ed oppositori presero posizione dai loro rispettivi ranghi nei media. Il risultato è ben noto.
In retrospettiva, il “crollo” alle urne di allora, ha solo spianato la strada per darci oggi la possibilità di procurare con l’F-35 un caccia molto moderno.
L’esiguo risultato della votazione del 27 settembre 2020 a favore del rinnovo dell’aviazione militare ci sta ancora oggi col fiato sul collo.
Ma anche questo risultato deve essere relativizzato. Con un’affluenza alle urne di un buon 66%, un terzo dell’elettorato ha detto di sì, un terzo ha detto di no ed un ulteriore terzo semplicemente non era interessato a esprimere un’opinione sulle questioni di politica di sicurezza.
Ed è qui che come Società Svizzera degli Ufficiali vediamo un grande bisogno di recuperare il ritardo. La sicurezza, idealmente nel contesto di alleanze, deve ancora una volta essere comunicata in modo più intenso alla base e per la base. Si tengono settimane climatiche ed economiche. È incomprensibile che le giornate della sicurezza nelle scuole, negli istituti di formazione e di perfezionamento vengano grossolanamente trascurate o non siano affatto all’ordine del giorno. La sicurezza è la base della nostra prosperità e della pace. La relativa consapevolezza nell’opinione pubblica deve essere conseguentemente promossa. Né la protezione del clima né l’assistenza sanitaria si possono avere a titolo gratuito, e certamente nemmeno la sicurezza. Tuttavia, questo non sarà possibile a neutralità di costi.
Con questa certezza, andiamo ottimisti al voto. Non si tratta di mettere fondamentalmente in discussione le decisioni ed i processi democratici.
Dopo tutto, democrazia significa governare a tempo : la democrazia è soprattutto la protezione della libertà e la salvaguardia della sicurezza garantita dalla costituzione. Tuttavia, un massimo di libertà politica comporta anche un rischo massimo di indebolire o addirittura di perdere la democrazia. Il giurista costituzionale Ulrich K. Preuss ha riassunto il dilemma della democrazia in poche parole: “Il primo paradosso è: la democrazia abolisce se stessa con i mezzi democratici. Ed il secondo paradosso è: la democrazia si protegge con mezzi non democratici”. O come conclusione inversa: la democrazia non può essere difesa con mezzi democratici.
E per dirlo ancora una volta con chiarezza : la Società Svizzera degli Ufficiali (SSU) sostiene la decisione del Consiglio federale di acquistare l’F-35. La grande maggioranza degli ufficiali è unita e compatta e si impegna per un esercito forte e credibile. Punti di vista ed opinioni personali divergenti – in questo caso di una netta minoranza – possono essere espressi liberamente, anche se non sono sempre nello spirito della questione. Marciare separatamente, colpire uniti.
Citazione:
“Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti hanno lo stesso orizzonte”.
Konrad Adenauer