Col SMG Stefan Holenstein, presidente SSU. ASMZ-edizione 12-2020.
L’iniziativa popolare „per un divieto del finanziamento dei fabbricanti di materiale da guerra“ del gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSoA), nuoce alla sicurezza sociale, economica e militare della Svizzera. La Società Svizzera degli Ufficiali (SSU) ha deciso all’unanimità il NO al progetto in votazione e lotta unita per un chiaro rifiuto dell’iniziativa il 29 novembre 2020 .
All’ombra dell’iniziativa attualmente dominante sulle multinazionali responsabili, l’iniziativa sul materiale da guerra rischia di scomparire senza essere recepita. Anch’essa è mascherata da un velo di popolarità ed in apparenza si tratta della solita argomentazione dei « buoni » contro i « cattivi ». Il popolo Svizzero vota soltanto sulla domanda se debba essere proibito all’AVS, alle Casse pensioni, alle fondazioni così come alla banca nazionale Svizzera di investire in futuro in tutto il mondo tramite pacchetti azionari o di concedere crediti ai fabbricanti di materiale da guerra. Toccate sarebbero tutte le imprese che realizzano più del 5 percento della propria cifra d’affari con la produzione di armamenti. Con ciò l’iniziativa mette in pericolo non solo la sicurezza sociale nel nostro Paese, ma anche la libertà di investimento delle nostre istituzioni di sicurezza sociale.
Unitamente alla previdenza sociale si mira pure alla piccole e media aziende, nonché alla banca nazionale
Il concetto di materiale di guerra include non solo aeroplani da combattimento, carri armati o fucili, ma anche una moltitudine di componenti dei fornitori dell’industria dell’armamento. L’iniziativa concerne dunque non solo i grossi produttori d’armanenti e di sicurezza, quali ad esempio RUAG, Airbus o Boeing. Essa estende il divieto del finanziamento anche a tutti i fornitori che producono componenti che, inoltre, possono essere impiegati ad uso militare o civile. Migliaia di piccole e medie imprese Svizzere, che costituiscono l’asse portante della nostra economia, vengono prese di mira da quest’iniziativa. Che si vada poi a limitare la politica di investimento della nostra banca nazionale, danneggia direttamente il franco Svizzero ed il benessere nel nostro Paese. La Banca nazionale è responsabile della stabilità dei prezzi e non può essere politicamente messa sotto tutela.
La sicurezza militare e l’Esercito vengono danneggiati
L’iniziativa indebolisce la nostra prontezza di difesa e l’Esercito, obbiettivo dichiarato della GSoA. La sovranità e la neutralità della Svizzera impongono che la prontezza d’impiego dei sistemi del nostro Esercito di milizia sia garantita nel modo più autonomo possibile. Il nostro Paese né appartiene ad una alleanza difensiva, né può pretendere un supporto militare da parte di altri stati. Di conseguenza la Svizzera deve disporre di proprie competenze per la produzione di armamenti. Una parte importante di Know-how nel contesto della tecnica degli armamenti e di sicurezza andrebbe persa e renderebbe la Svizzera più dipendente dall’estero. E’ preoccupante se AVS, casse pensioni e banca nazionale non potessero più investire mezzi finanziari in aziende Svizzere, che contribuiscono inoltre ad ademiere un compito costituzionale.
La SSU e le proprie sezioni sostengono la campagna in modo pro-attivo
Una volta di più certe cerchie si compiacciono di lanciare dibattiti moralmente discutibili circa il finanziamento di produttori d’armamento o circa investimenti a favore della difesa, con l’obbiettivo dichiarato di contribuire ad un mondo migliore. La SSU ne ha definitivamente abbastanza di questi richiami alla pace degli inizianti, ritenuto come sul piano internazionale non vi sia nessuna volontà di implementare un tale divieto di finanziamento. Ci impegnamo pertanto in modo pro-attivo per un deciso no a questa iniziativa e sosteniamo la campagna. E’ necessario in questa fase finale l’impegno di tutte le sezioni della SSU, di tutti gli ufficiali e dei cittadini e delle cittadine Svizzere. Le basi cantonali condotte dal PLR e dal PPD contano su ogni supporto efficace delle società cantonali d’ufficiali e d’arma. Ognuno più inoltre aderire al Comitato cantonale, sostenere uno sponsoring di azioni di flyers o pubblicare un contributo sui social media, così come ordinare cartelloni pubblicitari oppure flyers. Trovate tutte le informazioni sotto www.gsoa-nein.ch! Neutralizziamo questa iniziativa inutile sin dall’inizio.
Coronavirus: nuovo impiego dell’Esercito – il management dei giorni di servizio è al limite!
Il Consiglio Federale ha deciso in occasione della sua seduta del 4. novembre 2020 un ulteriore servizio di assistenza dell’Esercito per gestire il nuovo accresciuto numero di ospedalizzazioni dovute a Covid-19 . Esso include un massimo di 2500 astretti al servizio che possono garantire il supporto alla cura negli ospedali. La SSU prende atto con disappunto, che vengono accreditati all’obbligo del servizio d’istruzione dei militi analogamente al servizio di primavera 2020, fino ad un massimo di 38 giorni, equivalenti a due corsi di ripetizione. Con ciò i problemi dell’alimentazione del personale crescono ulteriormente. I bat san ed i relativi corpi di truppa d’impiego non avranno quasi più astretti ai corsi di ripetizione dopo l’impiego corona. Questa compensazione non è invero prevista dalla legge militare.